La Congiura Degli Avogadro E Il Sacco Di Brescia

Ultima modifica 3 maggio 2021

Era il 1512.

Da poco meno di tre anni Brescia era sotto il dominio Francese, conquistata nell'ambito della guerra della «Lega di Cambrai», in cui inizialmente i principali stati europei dell'epoca si erano coalizzati contro la Repubblica di Venezia nel tentativo di distruggerla e suddividersi le ricchezze.

Nel 1511 venne però stipulata, da papa Giulio II, dalla Repubblica di Venezia, da Ferdinando II d'Aragona e dai cantoni Svizzeri, la c.d. «Lega Santa» contro Luigi XII re di Francia ed è in tale contesto che nacque la congiura che qui andiamo a raccontare.

Il personaggio più importante di tutta la vicenda fu Luigi Avogadro, nativo di Sarezzo ma residente a Cogozzo, che fu anche condottiero al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia.

La dominazione francese, che provocò ben presto il malcontento dalla popolazione bresciana, fece sorgere numerosi complotti, uno dei quali capeggiato proprio dall'Avogadro.

Parteciparono alla congiura anche i figli Pietro e Francesco, i fratelli Ducco, Antonio Martinengo, Ventura Fenaroli, e molti altri notabili del tempo.

Una prima congiura venne scoperta dai francesi e l’Avogadro riparò in Val Trompia.

Una nuova rivolta scoppiò il 3 febbraio 1512.

Gli insorti riuscirono ad occupare la città costringendo i francesi a riparare nel Castello.

Alla notizia di questi avvenimenti, Gastone di Foix, lasciò Bologna e partì alla volta di Brescia, giungendovi nella notte tra 18 ed il 19 febbraio. Riuscì quindi a penetrare con le sue truppe nel Castello per la Strada del soccorso e da qui scese in città: fu una vera e propria strage, tanto che venne ricordata come “Il Sacco di Brescia”.

Luigi Avogadro venne decapitato in Piazza della Loggia, mentre i suoi due figli, Pietro e Francesco, vennero dapprima portati a Milano, poi vennero anch'essi uccisi.

Gastone di Foix, il terribile condottiero, morì poco tempo dopo, in una battaglia nei pressi di Ravenna, l'11 aprile 1512.

I francesi, in seguito ripetutamente sconfitti, abbandonarono l’Italia. Brescia, dopo un breve intermezzo spagnolo, tornò nel maggio 1516 ancora sotto il governo di Venezia.

Per approfondimenti sul tema si veda il volume “Villa Carcina, un paese alle porte della Valtrompia”a cura di Rossana Prestini, 1984.


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